La Fornace di San Galgano è un agriturismo / casa vacanze a 25 km sud-ovest di Siena in bella posizione panoramica, vicino a San Galgano (10 km) così come a Monticiano (12 km) e a Chiusdino (15 km).
Si tratta di un’antica fornace, dove veniva lavorata l’argilla e poi cotta dando vita al famoso ‘cotto’ toscano che si utilizzava sia per le costruzioni che per adornare i manufatti d’arte.
Di fatto nella recente ristrutturazione sono stati utilizzati i suoi stessi mattoni e pianelle ritrovati nel terreno attraverso gli scavi effettuati durante i lavori, pertanto rappresenta un esemplare quasi unico conservando un importante patrimonio storico e architettonico.
Lo stile di accoglienza è ispirato alla tradizionale ospitalità di questi luoghi e al naturale relax della vita di campagna.
L’abbazia di San Galgano è un’abbazia cistercense, sita ad una trentina di chilometri da Siena, nel comune di Chiusdino.
Il sito è costituito dall’eremo (detto “Rotonda di Montesiepi”) e dalla grande abbazia, ora completamente in rovina e ridotta alle sole mura, meta di flusso turistico. La mancanza del tetto – che evidenzia l’articolazione della struttura architettonica – accomuna in questo l’abbazia a quelle di Melrose, di Kelso e di Jedburg in Scozia, di Tintern in Galles, di Cashel in Irlanda, di Eldena in Germania, di Beauport a Paimpol (Bretagna) e del Convento do Carmo a Lisbona. In Italia, un paragone, almeno estetico, può compiersi con la cosiddetta Incompiuta di Venosa (Potenza), che, però non cadde in rovina: i lavori di edificazione non vennero mai completati.
La spada nella roccia appartenne a Galgano Guidotti, un cavaliere coraggioso e dissoluto nato nel 1148 vicino Chiusdino. Galgano decise di seguire la parola di Dio e di ritirarsi da eremita vicino al suo paese natale.
Secondo la leggenda, una volta raggiunto il luogo, conficcò la spada nella roccia per usarla come croce per le sue preghiere.
Nel corso degli anni centinaia di persone cercarono di estrarre e rubare la spada. Nella cappella è possibile vedere quelle che si crede siano le mani mummificate di un ladro che, nel tentativo di estrarre invano l’arma, fu sbranato da lupi selvaggi.